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14 gennaio 2020 Microsoft cesserà il supporto tecnico per Windows 7
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Pubblicato da Studio Nassisi® | Servizi Informatici in Focus · 27 Settembre 2019
Microsoft ha da tempo annunciato che il prossimo 14 gennaio 2020 cesserà il supporto per il noto sistema operativo Windows 7. A partire da detta data, infatti, non verranno più rilasciati aggiornamenti di alcun tipo (compresi quelli di sicurezza) e non verranno più sanate eventuali falle di sicurezza che dovessero emergere in futuro.
La  cessazione del supporto per Windows 7 da parte di Microsoft porterà  inevitabilmente delle conseguenze per gli utilizzatori di questo sistema  operativo i quali, presumibilmente, si ritroveranno nel giro di pochi  mesi con un sistema operativo obsoleto, non aggiornato e,  conseguentemente, maggiormente esposto ai rischi di natura informatica.
Nonostante  la sempre crescente diffusione dell’ultimo sistema operativo di casa  Microsoft, Windows 10, sono ancora molti gli utenti che utilizzano  computer e notebook equipaggiati con Windows 7. Secondo le statistiche  più recenti, infatti, circa un terzo dei computer in uso a livello mondiale utilizzerebbe ancora questo (ottimo) sistema operativo.
Tecnicamente,  l’imminente cessazione del supporto tecnico annunciata da Microsoft  avrà effetti nel breve periodo solo per gli utenti privati poiché le  aziende e gli utilizzatori professionali potranno continuare ad  usufruire del supporto di Microsoft aderendo al programma ESU “Extended Security Updates” attivo  fino al 2023. Si tratta, tuttavia, di un programma di supporto a  pagamento che ha senso valutare solo in casi molto particolari, in cui  la migrazione ad un sistema operativo più recente non sia percorribile  per ragioni tecniche molto complesse.
Eccezion fatta per le Pubbliche Amministrazioni, Enti Governativi e grandissime aziende, è un’opzione che pertanto mi sento subito di sconsigliare.  D'altra parte, il programma ESU non è certamente economico: il suo  costo, inoltre, cresce progressivamente ogni anno e può arrivare fino a  200,00 dollari per ogni PC, a secondo del contratto di licenza che si ha  con Microsoft.
Cosa accadrà esattamente dopo il 14 gennaio 2020?
Preciso  subito che nessun computer equipaggiato con Windows 7 cesserà di  funzionare dopo la metà del prossimo gennaio. I PC dotati di Windows 7  continueranno, ovviamente, ad essere operativi ma, non ricevendo più  alcun aggiornamento, diventeranno rapidamente obsoleti e, soprattutto, esposti a potenziali rischi di sicurezza.
Com’è  facile immaginare, infatti, i “soliti noti” (leggi: hacker) non  potranno fare a meno di approfittare della situazione per sfruttare ogni  nuova falla di sicurezza che, inevitabilmente, verrà scoperta nel  prossimo futuro su questo sistema operativo. Gli utenti che ancora  utilizzeranno Windows 7, di conseguenza, vedranno salire notevolmente le  probabilità di cadere vittima di una frode informatica o subire un attacco a danno dei dati memorizzati sui propri computer.
Inoltre, con il passare dei mesi, le nuove applicazione e le versioni aggiornate dei software in uso perderanno progressivamente la loro piena compatibilità con Windows 7  poiché il sistema operativo, a causa della sua obsolescenza, non sarà  più in grado di supportare le nuove misure di sicurezza che verranno  implementate in tali programmi con i futuri aggiornamenti.
D’altra  parte, molti ricorderanno che qualcosa di simile è già successo  all’indomani della cessazione, pochi anni fa, del supporto tecnico di Windows XP, sistema operativo super noto ai più e che è rimasto in uso per circa 15 anni.
Oggi,  i pochissimi utilizzatori di questo sistema operativo, di fatto, non  riescono neanche a navigare in Internet poiché nessun browser è più  compatibile con Windows XP. Anche coloro che hanno “conservato” vecchie  versioni di browser ancora funzionanti riescono ad effettuare una  navigazione molto limitata poiché moltissimi siti, per ragioni di  sicurezza, non consentono più di essere navigati con sistemi operativi e/o browser obsoleti. Pertanto, lo stesso destino toccherà, inevitabilmente, anche all’ottimo Windows 7.

Cosa possono fare gli utenti di Windows 7 in vista della scadenza del 14 gennaio 2020?
Le opzioni disponibili, a mio avviso, non sono molte. Vediamole insieme:
  1. Aggiornare il  proprio computer ad un sistema operativo più recente, a condizione che  l’hardware in dotazione sia in grado di supportare una versione più "fresca" di Windows;
  2. Riconvertire la propria macchina adottando un sistema operativo alternativo come, ad esempio, Linux;
  3. Acquistare un nuovo computer.
La soluzione 1 è applicabile solo se, come detto, il computer in uso non ha molti anni ed il suo hardware è perfettamente compatibile  con Windows 10. In base alla mia esperienza posso dire che si tratta di  una circostanza non molto frequente, poiché i computer equipaggiati con  Windows 7 ancora in circolazione hanno almeno 8-9 anni, spesso anche di  più.
Windows 10, sotto il “cofano” è molto diverso da Windows 7 in quanto i due sistemi appartengono a due generazioni molto distanti tra loro dal punto di vista informatico.
Se,  quindi, sulla carta potrebbe essere possibile aggiornare buona parte  dei computer con Windows 7 al più recente Windows 10, posso garantirti  che il successo dell’operazione è tutt’altro che scontato.  L’installazione andrà quasi sicuramente a buon fine, ma i problemi veri inizieranno dopo… schermate blu, blocchi improvvisi, impossibilità di installare alcune periferiche di uso comune, ecc…
Ne  sa qualcosa chi già negli anni scorsi ha cercato di percorrere questa  strada, salvo poi, dopo poco tempo, esser costretto a ritornare sui suoi  passi.
Tra  l'altro, sempre in base alla mia esperienza, posso affermare che il  problema descritto è particolarmente comune sui notebook, mentre sui PC  fissi, solitamente, ci sono più “margini di manovra”.
La soluzione 2 può trovare applicazione per la maggioranza dei computer in circolazione dotati di Windows 7 poiché Linux (e soprattutto le sue distribuzioni light), generalmente, non è troppo esoso  in termini di risorse richieste e, pertanto, riesce a “girare” bene  anche su un hardware relativamente datato. Inoltre, trattandosi di  software open source, non obbliga l’utente all’acquisto di una nuova  licenza per il sistema operativo.
Tuttavia,  se l’operazione è quasi sempre fattibile dal punto di vista tecnico,  l’utente deve sapere che Linux è a tutti gli effetti un sistema  operativo differente rispetto a Windows, con una sua logica di funzionamento, i suoi limiti ed i suoi (pochi a mio avviso) vantaggi.
Di fatto, l’utente che intende adottare un sistema operativo alternativo deve ripartire da zero,  “imparare” dalle basi un nuovo sistema operativo e familiarizzare con  un’interfaccia grafica, una logica di funzionamento ed una modalità  d’uso dei programmi completamente differente rispetto al “mondo Windows”  che conosce.
Da non sottovalutare, infine, l'aspetto legato alla non scontata compatibilità dei  sistemi Linux con le periferiche in uso ed i software "classici" che  l'utente è solitamente abituato ad utilizzare "sotto" Windows.
La soluzione 3 infine, è probabilmente la più semplice, immediata e sicura, ma l’utente deve mettere in preventivo l’acquisto di una nuova macchina, con una spesa variabile in funzione delle proprie esigenze.
Anche in questo caso, comunque, l’utente che non ha mai utilizzato Windows 10 dovrà mettere in conto un certo periodo di apprendimento,  variabile in funzione della sua esperienza e del livello di conoscenza  che ha del computer in generale, per poter sfruttare, almeno in parte,  le tante e nuove funzionalità che questo sistema operativo mette a  disposizione.
Conclusioni
Qualunque  sia l’opzione che sceglierai, se non sei un esperto informatico o  ritieni di non essere in grado di valutare autonomamente la strada  migliore da percorrere, ti suggerisco di rivolgerti ad un professionista del settore, di comprovata esperienza, che possa aiutarti e consigliarti al meglio.
In particolare, se sei un professionista o gestisci un’azienda ti consiglio di non aspettare l’ultimo momento per decidere cosa fare e, soprattutto, a chi rivolgerti.
Migrare da un sistema operativo ad un altro,  infatti, se può essere indolore o comunque privo di reali conseguenze  per un utente privato, non lo è mai per una realtà aziendale o  professionale.
Le  variabili da considerare sono, molto spesso, numerose e non è detto che  il passaggio ad un sistema operativo più recente, rispetto a quello in  uso, sia prima di tutto fattibile e, in secondo luogo, privo di rischi o intoppi.
Devi tenere nella giusta considerazione e gestire opportunamente aspetti essenziali, come ad esempio:
  • l’analisi preliminare del tuo parco macchine, al fine di stabilire quante e quali di esse possono essere aggiornate subito a Windows 10;
  • quali macchine necessitano di interventi hardware specifici per renderle compatibili con il nuovo sistema e se l’aggiornamento richiesto è conveniente sotto il profilo economico;
  • la perfetta compatibilità degli applicativi in uso (software gestionali in primis) con il nuovo sistema operativo;
  • il backup e la conservazione sicura dei dati aziendali durante la fase di migrazione;
  • le inevitabili interruzioni nel flusso di lavoro (per te e i tuoi collaboratori) dovuti ai normali tempi tecnici di installazione e configurazione dei nuovi sistemi;
  • i tempi di apprendimento  (variabili da caso a caso, ma comunque sempre presenti) per te ed i  tuoi collaboratori, necessari per familiarizzare con le nuove soluzioni  tecniche implementate;
  • l’impatto economico che l’eventuale operazione di migrazione posta in essere avrà per te e/o la tua azienda.
Evidentemente, ancora una volta, solo un professionista del settore  può aiutarti a pianificare in modo serio e razionale un passaggio tanto  importante quanto delicato come quello prospettato in questo mio  articolo.
Che  tu sia un privato, un professionista o il titolare di un'azienda, se  ritieni di aver bisogno di aiuto o vuoi anche solo chiarirti le idee  sull’argomento sono a tua disposizione per una consulenza specialistica sul tema.
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